La finanza del lunedì - 8 novembre 2021
di Alessandra Pitzalis | pubblicato il 10 novembre 2021
Il 2021 è l’anno dell’Italia, sotto tanti punti di vista, a partire dallo sport, siamo saliti ai primi posti in Europa e nel mondo anche soprattutto sotto l’aspetto economico e finanziario.
Senza entrare nel merito delle singole riforme e risultati, voglio puntare l’attenzione sui numeri della ripresa.
Ricordiamoci che, a causa delle spese per l’emergenza pandemica, nel 2020 il nostro debito è cresciuto fino al 160% rispetto alla capacità produttiva del paese (PIL) e quindi le prospettive di riuscire a restituire tale debito erano minime.
Dall’anno scorso è passata tanta acqua sotto i ponti, tanti sono stati gli accadimenti favorevoli alla nostra economia.
Tanto che oggi la previsione è che riusciremo a ridurre il debito al 153% rispetto al Pil, già nel 2024!!
Tale previsione inimmaginabile solo 12 mesi fa indica l’inizio di un percorso di vera ripresa!
Le prospettive per la nostra economia sono talmente positive da aver trainato anche la borsa italiana.
Il FTSE MIB da inizio anno è cresciuto il +25%, addirittura avvicinandosi al listino americano S&P500 (+25,1%).
Immagine fornita da Ecomatica - Centro di formazione a Padova

Vorrei ricordare il 17 marzo del 2020 quando sprofondò a -17% in un solo giorno, per la preoccupazione scatenata dalle parole della Lagarde che hanno causato l’impennata dello spread, e oggi, abbiamo raggiunto la borsa americana, da sempre cavallo a vapore delle borse mondiali.
A dimostrazione che dopo un importante calo vi è una ripresa superiore al calo stesso, come la storia ci insegna.
Ho piacere di riportare la premessa del documento di economia e finanza presentato dal governo, in cui vengono sintetizzati i risultati economici raggiunti e le prospettive per il futuro.
DEF 2021
La Premessa
RIPRESA PRIMA FASE
“Buone notizie dal fronte contagi ma arrivano anche ottime notizie dai dati economici: la crescita del PIL reale nel primo semestre dell’anno 2021 va oltre le previsioni e si prevede un altro balzo in avanti del PIL nel terzo trimestre.
Ad oggi abbiamo una crescita del 6,0 %, rispetto dal 4,5 % ipotizzato nel DEF in aprile.
Il documento inizia elencando i RISCHI CHE POTREBBERO MINARE LA CRESCITA:
- Evoluzione della pandemia e della domanda mondiale,
- Carenze di materiali e componenti e dai forti aumenti dei prezzi dell’energia registrati negli ultimi mesi,
- Fattori che impattano anche sui costi di produzione delle imprese e possono ostacolarne i piani di produzione.
- L’elevata circolazione del covid a livello mondiale e i bassi tassi di vaccinazione in Africa ed altre aree del mondo potrebbero favorire l’emergere di varianti più contagiose o capaci di evadere gli attuali vaccini.
- Fragilità del settore immobiliare e le conseguenti tensioni finanziarie in Cina potrebbero avere ripercussioni sull’economia mondiale.
Pur riconoscendo questi rischi, la visione che ispira le nuove previsioni macroeconomiche del Governo per il 2022-2024, qui presentate, è positiva.
Vi è una concreta possibilità di recuperare gradualmente normali livelli di apertura nelle attività sociali, culturali e sportive, il che contribuirà a raggiungere il livello di PIL trimestrale pre-crisi entro la metà del prossimo anno.
RIPRESA SECONDA FASE
Il ministero dell’economia questo è solo la prima della ripresa!!
Quando tornerà la normalità riguardo alle restrizioni, inizierà la fase di vera e propria espansione economica!
Avremo la crescita del PIL e dell’occupazione nettamente al disopra dei ritmi registrati nell’ultimo decennio!!
L’economia italiana nei prossimi anni sarà spinta da favorevoli condizioni monetarie e finanziarie, dal ritrovato ottimismo delle imprese e dei consumatori e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che rappresenta un’occasione inedita per rilanciare il nostro Paese all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale.
Ad agosto l’Italia ha ricevuto i primi fondi, l’anticipo dall’UE su sovvenzioni e prestiti dello Strumento per la Ripresa e Resilienza (RRF).
Sono stati già conseguiti alcuni obiettivi di riforma e regolamentazione concordati con la Commissione Europea e nei prossimi mesi verrà completata la prima tappa del Piano, necessaria all’erogazione della relativa tranche di sovvenzioni e prestiti RRF.
Grazie anche al recupero di competitività e quindi surplus commerciale del Paese, la nuova previsione indica tassi di crescita del PIL reale pari al 4,2% nel 2022, 2,6 % nel 2023 e 1,9 % nel 2024.
Queste proiezioni, che sono state validate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, porterebbero il PIL al disopra del trend pre-crisi nel 2024;
dal 2025, anche grazie ai due anni rimanenti del PNRR, vi sarà una concreta opportunità di accrescere il PIL, l’occupazione e il benessere dei cittadini italiani in misura ben superiore a quanto si sarebbe potuto immaginare prima della crisi.
A sua volta, la maggiore crescita nominale comporta minore debito netto (deficit) delle Amministrazioni pubbliche.
DEFICIT che Significa differenza tra entrate e uscite.
Ricordo che gli accordi di Maastricht prevedono per gli stati europei il rispetto del vincolo di bilancio al 3%, mantenuto a fatica (per questo motivo non potevamo investire in misure per la crescita)!
Invece grazie alla ripresa in corso avremo un deficit del 2,1 per cento nel 2024 contro una stima programmatica del 3,4 per cento nel DEF.
Il più alto livello di PIL e il minor deficit fanno anche sì che il PIL scenda al 153,5 %, dal 155,6% nel 2020.
Sembra che la fase di declino sia interrotta, saremo sempre meno in balia dei mercati finanziari.
A seguito del migliorato quadro economico e finanziario e delle Raccomandazioni ricevute da parte del Consiglio UE, il Governo conferma l’impostazione di fondo della politica di bilancio illustrata nel DEF e su cui il Parlamento ha dato parere favorevole il 22 aprile scorso.
La politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019”.
CONCLUSIONI
Prima di tutto con ripresa si intende riduzione del deficit (squilibrio tra entrate e uscite) e cosa molto importante, riduzione del debito!
Minor debito significa:
- attirare investitori esteri, crescita della borsa e denaro fresco alle aziende quotate
- minor costo del debito a pesare sulle casse dello stato
- maggiori risorse disponibili per finanziare la ripresa, fuori dal Recovery Fund
- minor pressione fiscale futura
Quattro considerazioni per i nostri investimenti:
Prima di tutto + AZIONI - OBBLIGAZIONI -
- Se la crescita si verificherà come previsto, l’aumento dei tassi sarà certo, le banche centrali dovranno interrompere di iniettare liquidità nel sistema e di conseguenza le obbligazioni a tasso fisso e a lunga scadenza subiranno un calo direttamente proporzionale alla loro durata. Quelle con scadenze lunghe avranno praticamente un crollo, difficilmente recuperabile da un’alta cedola.
- Stiamo in piena rivoluzione economica che porterà L’azionario ad essere una fonte di guadagno indispensabile e sempre più sicura.
- La crescita sarà accompagnata ancora da tanta volatilità, quindi a prescindere dai motivi per cui abbiamo investito, per la pensione o per il futuro dei nostri figli, le strategie di acquisto con piani di accumulo sono indispensabili, dato che eliminano il rischio (volatilità).
- Oggi il rischio si annida nell'obbligazionario, quindi è indispensabile inserire una quota di azionario, che sia proporzionale alla durata del nostro investimento.
La frase del giorno è
“in un investimento ben diversificato, il rischio è di dover rimanere investiti per un tempo maggiore rispetto a quello inizialmente preventivato”
Alessandra Pitzalis
