Torna la fiducia. Dove investono i grandi fondi d'investimento?
di Alessandra Pitzalis | pubblicato il 1 agosto 2022
Si è appena chiuso il primo semestre del 2022, uno dei peggiori della storia, forse il peggiore, invece il mese appena concluso è stato il miglior luglio dal 1939 per lo S&P500.
Si affaccia alla mia mente la celebre frase di uno dei più grandi investitori della storia, sir John Templeton, fondatore della “Franklin Templeton invetments”, frase che poi fu dell’economista Benjamin Graham vissuto negli anni 50 che fu il mentore di Warren Buffet:
“comprate quando la maggior parte delle persone, compresi gli esperti, sono pessimiste e vendete quando sono ottimiste”.
Concetto facile a dirsi con il senno di poi, ma estremamente difficile da applicare nella realtà, almeno per la maggior parte degli investitori ma che se metabolizzato e messo in pratica consente la riduzione dei cali ma soprattutto, di massimizzare i rendimenti.
Paradigma ben noto invece agli investitori professionali.
Quindi, mentre la stampa mainstream durante questi sei mesi diffondeva articoli pessimistici, gli investitori professionali, soprattutto i gestori dei fondi, iniziavano a cogliere le occasioni del mercato acquistando titoli di aziende sane non indebitate con elevati utili e prezzi di borsa da occasione
La drammaticità del periodo è innegabile ma dobbiamo compiere lo sforzo di leggere i dati con raziocinio.
Stiamo vivendo uno dei periodi peggiori della storia, non solo dal punto di vista finanziario ed economico, soprattutto umano.
Con la guerra in Russo-Ucraina l’umanità ha avuto un balzo all’indietro di 100 anni.
Dal punto di vista finanziario abbiamo raggiunto un nuovo record, in negativo purtroppo.
Lo shock causato dalla guerra ha impattato in modo significativo.
Ai cali registrati nell'azionario in aggiunta a quelli dell'obbligazionario tanto da colpire negativamente anche i portafogli più diversificati e prudenti.
Dati alla mano, per un portafoglio diversificato “classico” 60% azioni 40% obbligazioni, quindi relativamente prudente, è stato di gran lunga il peggior primo semestre della storia (dal 1977) con un calo del -16% da inizio anno.
Se aggiungiamo alle perdite nominali la peggiore inflazione da 40 anni, 7,9% otteniamo la perdita reale del -24%.

I sei mesi appena trascorsi sono stati caratterizzati da elevata volatilità, causata dalla rapidità nello sviluppo dei trend macroeconomici e del mercato nell’adeguarsi ad essi.
Motivo per il quale insisto sulla necessità di avere i piani di accumulo nella propria strategia d'investimento.
Molto probabilmente i prossimi sei saranno caratterizzati da altrettanta volatilità.
La buona notizia è esserne consapevoli.
"Senza voler minimizzare la situazione, a noi la scelta se leggere la realtà con indosso le lenti nere del pessimismo o quelle rosa dell’ottimismo.
Sebbene ogni crisi sia diversa, ogni periodo negativo è al contempo fonte di opportunità."
E' una costante!
Mi spiego meglio.
Come sempre, durante le crisi attraversate in carriera, anche stavolta, sull’onda del pessimismo sono ritornati gli acquisti sull’azionario da parte delle società di gestione, soprattutto americano, precisamente del settore tecnologico.
Il Nasdaq chiude giugno con un rialzo pari al 9%, numero che lasciano intuire il probabile inizio di un rimbalzo.
Il grafico non lo riporta ma l'indice S&P 500 registra il miglior luglio dal 1939, forse motivato dall’aspettativa da parte degli investitori che i dati peggiori delle attese si riflettano in politiche più accomodanti delle banche centrali.
Si spera che il calo del prezzo dell’energia si rifletterà in minori tensioni inflazionistiche.

Ma le occasioni non mancano anche nell’obbligazionario.
L’aumento dei tassi di interesse come contrasto all’inflazione deciso dalle banche centrali, (0,50% BCE e in USA 0,75% dopo il precedente 0,50%) se ha dato origine ai cali dell'ultimo anno dell'azionario e obbligazionario, oggi al contrario possono offrire diverse opportunità.
Solo la prospettiva di aumento dei tassi ha causato anche cali ai rendimenti delle obbligazioni, oggi invece possiamo riscontrare il cambiamento di scenario: il recente aumento dei tassi ha portato nuovamente gli acquisti su questa asset class.
In Europa anche favorito dall’emissione dello scudo antispread da parte della UE.
Inoltre l'attuale scenario, tra calo dei prezzi e l'aumento dei tassi, consente alle banche la costruzione di strumenti redditizi con protezione del capitale.
Addirittura, qualora si avverassero alcune ipotesi di una futura recessione le banche centrali effettuerebbero un taglio dei tassi che porterebbe al rialzo dei rendimenti nelle obbligazioni a lunga scadenza.
A tal proposito ricordo l’andamento contrario tra tassi e rendimenti.
Semplificando, all’incremento dei tassi i rendimenti delle obbligazioni già emesse scendono, e viceversa con il taglio dei tassi i rendimenti salgono.
La situazione rimane complessa, dobbiamo tenere presente l'incertezza legata al conflitto ma, come sempre succede, al delinearsi degli scenari, quando la visione del futuro appare maggiormente chiara, nonostante la crisi, il ritorno del sereno nelle borse non è inusuale, e come magia ritornano anche gli articoli con dati positivi.
Nel complesso scenario spiccano dei dati confortanti, soprattutto per l'Italia, tra i quali:
- Pil Italia 3,6% nel 2021 il migliore d’Europa.
- Tasso di occupazione in crescita come non si registrava dal 1977.
- Definizione accordi Russo-Ucraini per il trasporto del grano e di conseguenza calo dei prezzo a 290 dollari.
- Calo del prezzo del petrolio.
Sostegno all'economia da parte delle banche centrali, non per ultimo il recente finanziamento di oltre 1 miliardo di euro da parte UE a 6 aziende italiane per finanziare la ricerca e sviluppo per favorire la produzione e lo stoccaggio di idrogeno.
Quindi, per concludere con i dati positivi, riporto un estratto dall’articolo di Wall Street Italia di stamani.
“Nonostante la pandemia e la guerra in Ucraina, nel 2021 la ricchezza finanziaria globale ha raggiunto il livello record di 530 trilioni di dollari, con un tasso annuale di crescita più alto (+10,6%) in oltre un decennio e la creazione di 26 mila miliardi di dollari di nuovi patrimoni privati.
Lo evidenzia la 22esima edizione del report “Global Wealth 2022: Standing Still Is Not an Option” sul comparto della gestione patrimoniale globale di Boston Consulting Group (BCG), secondo cui, nonostante elementi geopolitici ed economici destabilizzanti come l’inflazione e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nei prossimi cinque anni si prevede la creazione di circa 80.000 miliardi di dollari di nuova ricchezza.
Italia ottava nella classifica mondiale per ricchezza finanziaria
In questo contesto, l’Italia è l’ottavo Paese per ricchezza finanziaria totale a livello mondiale.
Tra il 2020 e il 2021 nel nostro Paese la crescita della ricchezza finanziaria è stata del 5% con un totale di 6 mila miliardi di dollari, gli asset reali i 8.100 miliardi e le passività i 900 miliardi di dollari.
Un trend di crescita destinato a continuare: nello scenario base è prevista in Italia un aumento della ricchezza finanziaria del 3,2% annuo fino al 2026, quando arriverà a 7.100 miliardi di dollari."
Alla luce degli elementi sopraesposti, soprattutto di fronte ai cambiamenti epocali in atto, sul fronte geopolitico in primis e il conseguente rilancio dell'economia che ne potrebbe derivare, vorrei rettificare il pensiero iniziale.
Invece di dover scegliere se indossare le lenti scure del pessimismo o quelle rosa dell' ottimismo, sarebbe sufficiente indossare quelle verdi del realismo.
Verdi come le borse in ripresa, verdi come l'energia pulita, per iniziare a considerare questi ribassi, come occasioni da cogliere, che ci vengono offerte su un piatto d'argento.
A presto.
