Una settimana eccezionale

La settimana appena trascorsa, segnata dagli interventi dei banchieri centrali, è stata eccezionale e verrà ricordata negli annali di borsa, non tanto per il mercato azionario pur essendo stata la migliore settimana del Nasdaq e dello S&P500 da ottobre 2022, addirittura l’indice Russel 2000 che rappresenta le piccole medie aziende americane ha avuto la migliore settimana da giugno 2020, ma in quanto caratterizzata dal rimbalzo del mercato obbligazionario.

Sulla base di cosa?

Come sempre, più che l’equity, chi guida i mercati sono i bond.

 I mercati finanziari hanno interpretato le parole di Powell sui tassi FED molto accomodanti, di conseguenza non si aspettano un ulteriore aumento dei tassi entro il 2023 ma anzi, nonostante si sia lasciato le porte aperte per un ulteriore aumento, gli investitori internazionali non gli credono, memori degli errori previsionali sull’inflazione del 2021, anzi escludono totalmente questa eventualità e ipotizzano un calo dei tassi anticipato per il 2024, sulla scia del leggero rallentamento economico registrato dagli ultimi dati.

Il mercato si sa, si muove in anticipo e nei giorni scorsi si è mosso portando in rialzo l’obbligazionario e l’azionario, dando per certo un taglio dei tassi americani a giugno del 1% e ad aprile 2024 dei tassi europei e in estate per la banca centrale inglese dello 0,70%.

I mercati hanno prezzato, quindi si sono mossi in anticipo, prendendo posizione già da oggi e questo ha determinato il più grande ribasso dei rendimenti del decennale americano, che ricordiamo è il benchmark dei mercati mondiali.

I rendimenti sono calati del -3,6% in 3 giorni e non accadeva da 12 anni se escludiamo il covid.

N.B. Ricordo che se i rendimenti (tassi) delle obbligazioni aumentano, i prezzi delle obbligazioni già presenti sul mercato calano, (come è successo negli ultimi anni a causa del rialzo dei tassi) e viceversa, come la situazione attuale.

L’Etf obbligazionario non solo ha avuto la migliore salita in 3 giorni dal 2022 ma il più alto volume di scambi della sua storia (grafico in fondo).

Per cui, sono cresciute le obbligazioni ma anche le azioni, soprattutto del tecnologico, essendo molto sensibili ai tassi di interesse, soprattutto le azioni delle piccole e medie aziende che troviamo negoziate nell’indice Russel 2000.

Quindi l’aspettativa di taglio dei tassi anche se preludio di un rallentamento dell’economia, porta vigore all’azionario, come ho sempre ripetuto nei mesi scorsi.

Teniamo presente che il 2023 rappresenta il terzo anno di ribassi del mercato obbligazionario a causa dell’aumento costante dei tassi! Con un 2022 segnato da un ribasso medio del 15-20 %.

Quindi, tornando al mercato che rappresenta un punto di riferimento a livello mondiale, l’indice globale dei titoli di stato americani.

Gli ultimi, alle nostre spalle, sono stati 3 anni di ribasso dell’obbligazionario che non vedevamo dal 1974, ultima data rilevabile.

Fino all’altro giorno si pensava che anche il 2023 per le obbligazioni dovesse chiudersi in territorio negativo.

Il Bloomberg Treasury index ha toccato

  •  -2,3% nel 2021
  • -12,5% nel 2022
  • -0,3% al 3 Novembre 2023

In parole semplici, oggi il mercato obbligazionario rappresenta un goal a porta vuota.

In conclusione

Sull’azionario non ci sono dubbi, possono crollare anche pesantemente con tempi di recupero variabili, ma poi al ritorno alla normalità, gli indici ripartono con rialzi più o meno spettacolari, raggiungendo nuovi massimi.

Quindi siamo sempre a ripetere lo stesso mantra.

Come i numeri e la storia insegnano,  i ribassi azionari più disastrosi, rappresentano sempre una importantissima opportunità d’investimento che sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire, ovviamente rimanendo in linea con il proprio orizzonte temporale e profilo di rischio.

Siamo meno abituati invece ai cali dell’obbligazionario, considerati più stabili, meno che mai ai suoi recuperi repentini.

Il recente passato ci ha dimostrato che anche loro possono crollare e che il loro andamento può subire oscillazioni paragonabili all’azionario, se non peggiori in alcuni casi, come ad esempio il nostro caro BTP.

Vorrei fare un inciso sul BTP:

E’ vero che tenuto fino a scadenza il prezzo torna a 100, ma il rischio del BTP a lunga scadenza non è  tanto caratterizzato dal pericolo di fallimento dell’Italia, cosa alquanto remota anche se possibile, soprattutto alla luce del calo demografico e crescente debito pubblico. Il rischio per gli investitori è costituito proprio dall’oscillazione del prezzo durante la vita del titolo, che, come abbiamo visto nel 2022 è arrivato a toccare anche il -40% . Senza entrare nel tecnico, il crollo del prezzo del BTP può dipendere non solo dall’andamento dei tassi di interesse, ma anche o soprattutto dallo spread BTP/Bund, variabile dipendente dalla stabilità economica e credibilità del nostro governo! Ecco da cosa nasce il suggerimento  di investire con un’adeguata diversificazione, che sia in fondi gestiti o Etf, con i quali siamo sicuri di non incorrere in un rischio specifico, per evitare almeno le oscillazioni che vincolano il portafoglio, sempre non si vuole fare speculazione facendo trading sul titolo.

Teniamo presente che, mentre lo stato sponsorizza l’acquisto dei BTP con ogni mezzo, non ultimo il titolo di Cassa depositi e prestiti, gli investitori internazionali si stanno liberando dei BTP portandoli a zero, per ridurre i rischi di portafoglio.

 

Insomma, tornando a noi, oltre ai fatti disastrosi di natura geopolitica, stiamo vivendo un periodo di rilevanza eccezionale anche dal punto di vista dei mercati finanziari, azionari ma soprattutto obbligazionari.

Quanto saranno rilevanti i recuperi sia in termini di ampiezza che tempistica non è dato saperlo in anticipo.

Senza entrare nel dettaglio tra le diverse zone geografiche, settori o asset class che affronteremo in altra occasione, durante questo ritorno alla normalità è innegabile quanto siano eccezionali e quanto appaiono imperdibili le opportunità del periodo.

Naturalmente da cogliere con le dovute precauzioni, considerando la situazione geopolitica, che sembra non prezzata dai mercati. In parole povere i mercati sembrano indifferenti al conflitto israelo-palestinese, almeno al momento.

Quindi, come non succedeva da tempo, per far crescere i nostri portafogli almeno nel breve periodo, possiamo investire di nuovo nel caro vecchio confortevole mercato obbligazionario, con soddisfazione.

 

"Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno"

 (Martin Luther King)

 

Fonti: prof. Ciavarella per We Wealth e Contemplata del prof. Fabrizio Crespi

 

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alessandra pitzalis

Consulente Finanziario Iscritto all’Albo dei Consulenti Finanziari Delibera Consob N° 13354 del 27/11/2001

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